Brenneke, nome d'arte di Edoardo Frasso, è un cantautore italiano, originario di Busto Arsizio.
A proposito del suo nome d'arte, Brenneke ha dichiarato:
Era il 2010 e all’epoca ero un baldanzoso studente universitario. Durante una noiosa lezione di archivistica mi imbattei in questo Adolf Brenneke, un archivista tedesco nato alla fine dell’800, pianista e storico, che passò l’ultima parte della sua vita a scappare dalla guerra ma mantenendo la disciplina tipica dello studioso. Era un periodo in cui stavo cercando di dare forma a questo progetto musicale che avevo in testa e mi piaceva il suono massiccio di quel nome, pensavo mi potesse dare un po’ di concretezza. Sembrava quello di un supereroe. Per la cronaca, non sono mai riuscito a dare l’esame di archivistica, era una mazzata.
Se ci vedo un temporale in quegli occhi color artico Che mi passano davanti qualche vita fa C’è un asfalto da esplorare nelle vie dai nomi strani Che non hanno troppo senso per nessuno
Forse non mi sono emozionato mai Forse non ci sono in qualche modo mai stato Quando tu contavi su di me Quando io contavo sugli eventi e sul caso Mentre tenevo il muso
Vorrei raccontarti gli stessi segreti di ieri Vorrei farlo adesso e vorrei che sembrassero nuovi Per quanto li trovi cambiati e con meno criteri Raccogliere tutto il miele dagli
Un altro modo Non esiste un altro modo? Mi sono chiesto spesso Per destrutturare il tempo e la retorica del buon futuro TTovi un motivo anche in un buco nero, se lo cerchi bene
Hai mai finto che sia tutto falso Per sentirti più vera? Questi anni d’oro se ne sono andati Lasciandoti tutta intera Siamo adeguati solo nei momenti Che da noi non lo
Guardati sbagliare apposta, ci lavorerai su Quella lotta con noi stessi non ci merita più Hai pagato i trafficanti col valore giusto per te Ma nascondersi dalla gendarmerie nel bosco
Di ragioni ne ho da vendere e se a comprarle non ci stai Faccio un prezzo stringo un patto, punta tutto su Shangai Sto da solo e più non chiedere, so di un tempo non per noi Che c’è
È il momento di rifarsi alla tradizione Hai presente quello sguardo di chi cerca di giudicare un’imitazione? Io non sono mai stato migliore di quello che sono sì Ci avevo fatto un
Non ho mai suonato a una festa aziendale Ma una volta ho riso di nascosto a un funerale Per una suora che non riusciva a non stonare Quale migliore occasione per sbagliare
Mi sono visto prendere le botte Mi sono letto l’ora del decesso Ti ho scritto quattro o cinque volte Ma il tuo nome era sempre lo stesso Io non ti trovo dentro le mie tasche
Quest’anno era il momento per le cose fatte bene Non so se ho perso il passo o se mi sono fatto male Qualcosa l’ho capito dell’essenza della vita Altrui Lo sai che ti ho
Il futuro mi ha preso per mano Ho tenuto fin quando ho potuto Ho capito che il posto in cui sono È un mistero in cui non sono stato Non mi sento di avere da dire
Sono tempi duri dentro ai bus romani Sono tempi duri per i milionari E mentre corro al parco incontro un’amica Avevo appena chiesto a qualcuno di lei Faccio una foto all’ingresso
