Though Ottorino Respighi (1879-1936) wrote many operas, ballets, and chamber works, he is easily best known for his orchestral tone poems. The prolific Italian composer had subsidiary careers as a musicologist and academic, and though he does not enjoy the same reputation as other orchestral composers of his time, he is widely admired for his immense skill at orchestration.
O mio povero cor, morta è la pace Morto è l'amor, di novo a che sussulti? Morta è la fede; a che più la vorace Fiamma di vita nel tuo grembo occulti? O mio povero cor, quando
Spandono le campane A la prim' alba l'ave Spandono questa mane Un suon grave e soave Le campane lontane Nivea come neve La nebbia copre il mare
È sdruscito il navil l'ira del flotto Tregua non da Ecco l'ultima antenna il nembo ha rotto Signor, pietà! Per le saette il ciel rimbomba, scisso Di qua e di
Non sorgono (ascolta ascolta) Le nostre parole Da quell'aria antica? Io t'ho dissepolta E alfine rivedi tu il sole Tu mi parli, o amica! Queste tu parlavi
Rimanete, vi prego, rimanete qui Non vi alzate! Avete voi bisogno di luce? No Fate che questo sogno duri ancora Vi prego: rimanete! Ci ferirebbe forse, come un dardo, la
Pullula ne l’opaco bosco e lene Tremula e si dilata in suoi leggeri Cerchi l’acqua; ed or vela i suoi misteri Ora per tutte le sue chiare vene Ha un brivido scoprendo all’imo
Io non odo i miei passi nel viale muto Per ove il Sogno mi conduce È l'ora del silenzio e della luce Un velario di perle è il cielo, equale Attingono i cipressi con le oscure
Bella porta di rubini Ch'apri il varco ai dolci accenti Se nei risi peregrini Scopri perle rilucenti Tu d’amor dolce aura spiri Refrigerio a miei martiri
Già v'ebbe un uomo, nel cui tenue spirto (qual luce e vento in delicata nube Che ardente ciel di mezzo-giorno stempri) La morte e il genio contendeano. Oh! quanta tenera gioia
È vanito l'odor di questo fiore Che, come il bacio tuo, tenero ardente respirava su me Anche di questo fior fuggì il colore Che rilucea deliziosamente di te, solo di te
Del sonno tra i fantasimi Di te sognavo, o amore! Mi desto: i venti trepididi sospirano È delle stelle vivido il fulgore Ti sognavo; e uno spirito M'addusse, come fu?
Cresceva in un giardino, sola, una Sensitiva E la nudrian d'argentea rugiada i freschi venti; Essa le foglie come ventagli al Sole apriva Le chiudea sotto i baci dalla Notte
Come l'ombra di cara estinta vita Sono i giorni lontani: Un'armonia per sempre omai fuggita Una speme per sempre omai vanita Un dolce amor che non avrà domani Sono i
Sorge Aretusa, lieve Dal suo letto di neve Nei tempestosi Acroceranni monti Dalla rapida balza E dalla nube s'alza E al pascolo conduce le sue fonti Salta le roccie,
È tempo per me d'andare, mamma, me ne vado Quando nell'oscurità pallente dell'alba solitaria Tu stenderai le braccia al tuo piccino che è nel letto Io ti dirò: